Il vino è intrinsecamente legato al territorio da cui proviene e, se si escludono i procedimenti di coltivazione e vinificazione, le sue proprietà organolettiche sono direttamente connesse a tre fattori principali: il vitigno d’origine, il clima e la natura del substrato roccioso e dei suoli che lo ricoprono.
Infatti, il terreno d’impianto della vigna eredita le proprie caratteristiche direttamente dalla roccia da cui deriva.
Inoltre sono fattori di grande importanza per la coltivazione e per la qualità dei vini prodotti l’esposizione al sole dei versanti e la loro pendenza, derivati dall’evoluzione geologica di una regione.
La forma del territorio in cui sono prodotti i vini della Riserva della Cascina è intrinsecamente legata alla storia evolutiva del Vulcano Laziale attualmente identificabile con i Colli Albani e morfologicamente caratterizzato da un’ampia depressione calderica con diametro di circa 10 Km, i cui confini sono ben delineati verso Sud dalla cinta Tuscolana-Artemisia (Monte Tuscolo e Monte Artemisio). All’interno della caldera si eleva il cratere dei Campi di Annibale (Monte Cavo, Maschio delle Faete) e i crateri-caldere, tra i quali i più famosi sono quelli di Nemi e Castel Gandolfo occupate dagli omonimi laghi.
Il probabile inizio dell’attività del Vulcano Laziale è databile intorno ai 600.000 anni fa con la prima fase detta Tuscolano-Artemisia, in cui le manifestazioni prevalentemente dovute all’edificio centrale sono responsabili del 97% dei prodotti totali depositati (280 Km3) e alla fine della quale avviene il collasso dell’edificio con la formazione della caldera Tuscolano-Artemisia; segue la seconda fase denominata dei Campi di Annibale o delle Faete durante la quale viene emessa la famosa colata leucitica di Campo di Bove che termina sotto la Tomba di Cecilia Metella; nell’ultima fase (20.000 anni fa) denominata idro magmatica finale si verificano eruzioni dai crateri eccentrici posti nell’area nordoccidentale del Vulcano.
L’eruzione più importante del Vulcano Laziale è quella avvenuta nella prima fase, in cui il volume minimo di materiale emesso è pari a 38 Km3, che raggiunse e risalì i Monti Tiburtini fino a 400 m di quota (De Rita et al. 1988).
Studi effettuati recentemente (Funiciello et alii, 2002) indicano che l’attività del cratere del Lago Albano è molto più recente di quanto ritenuto. Infatti, fino a circa il IV secolo a.C. si sono verificati fenomeni catastrofici di esondazione del lago, con fuoriuscita delle acque dalla soglia più bassa del bordo craterico, poi prevenuti dai Romani con l’escavazione di un tunnel di drenaggio. I depositi di fango (lahar) hanno riempito le depressioni a oriente della colata di Capo di Bove formando la piana di Ciampino.
Il substrato roccioso da cui hanno avuto origine i suoli che nutrono i vitigni della Tenuta Riserva della Cascina è costituito dalla lava della colata di Capo di Bove. Essa è di colore grigio scuro, compatta, a grana fine, con rari cristalli di leucite visibili. Le caratteristiche tecniche di questa roccia sono assai elevate: grande resistenza agli agenti atmosferici e all’usura. Per queste sue peculiarità in passato è stata utilizzata come pietra per lastricare le antiche strade romane, basolato romano, e le più recenti con piccoli pezzi di piramide tronca a base quadrata o rettangolare detti comunemente sampietrini.
Si tratta essenzialmente di una lava a chimismo basico, leucitica (leucite: minerale costituito da silicio, ossigeno, alluminio e potassio) con melilite (minerale costituito da silicio, alluminio, ossigeno, calcio, sodio e magnesio), quindi caratterizzata da una composizione chimica con elevati contenuti in ossidi di potassio (K2O), e contenuti decisamente bassi (46%) in ossidi si silicio (Si2O).
Pertanto i suoli vulcanici della Tenuta Riserva della Cascina, originati dal basalto, sono ricchi di minerali favorendo la produzione agricola e quindi vitivinicola.
Il potassio, di cui è ricco il substrato locale, rende le uve molto zuccherine, aumenta la loro resistenza alle avversità biotiche e abiotiche e migliora il profumo e la serbevolezza del vino.
In generale questi terreni sono a profondità limitata, spesso pietrosi, la tessitura è media e quindi il drenaggio dell’acqua è buono o moderatamente rapido, la capacità di assorbire l’acqua è alta. Le caratteristiche chimiche mostrano un pH subacido, capacità di scambio dei minerali da media a elevata e una saturazione di basi elevata.
La specificità dei suoli della Tenuta della Riserva della Cascina unitamente alle favorevoli condizioni climatiche e ambientali permettono una produzione di vini di alta qualità.
Queste caratteristiche, insieme alla passione e alla cura profusa dalla famiglia Brannetti nella coltivazione e nella vinificazione, rendono i vini della Riserva della cascina unici, legati indissolubilmente al territorio dal quale sono prodotti: la Campagna Romana, paesaggio dai profumi decisi e dai colori intensi.